Interviste Loser Times


 Intervista: FRATTURA: Dax, Maurizio, Adriano, Andrea

I FRATTURA arrivano dal ponente Ligure e hanno appena autoprodotto il loro primo disco Tutto deve Crollare, uscito per la loro MASSIMO DOLORE. Vecchia scuola a pacchi! Vediamo cosa hanno da dire:
Gippy: Partiamo con un po’ di dovute presentazioni. Come vi siete conosciuti (più come persone che come musicisti), come vi siete avvicinati allo sfavillante mondo del punkhardcore e quali sono gli eventi che vi hanno spinto a diventare FRATTURA?
Adriano: Ciao, i Frattura sono Io (Batteria), Dax (Chitarra), Degra (Voce) e Mauri
(Basso). Con Degra ci si conosce ormai da tanti anni, veniamo entrambi dalle parti di Ventimiglia, città che tra l'altro ha alle spalle una scena punkhardcore di tutto rispetto, forse è per quello che, in un certo modo, ci siamo avvicinati a quel mondo. Mauri e Dax son compagni di merende in quel di Riva ligure che si trova a pochi km da Imperia, anch'essa roccaforte inespugnabile del punkhardcore ligure.
Ci si conobbe meglio frequentando l'Arci Camalli alle numerose serate, punk e non, e per via di qualche amicizia in comune. Il progetto nacque inizialmente sotto il nome de "Il Mostro", side project ai Time For Nothing, per continuare a suonare, siccome vi eran problemi derivati dalla distanza per la carriera universitaria di Christian, così io Degra e Dax iniziammo a dar fuoco alle polveri. Poco dopo Dax chiese a Mauri se avrebbe voluto far parte di questo progetto ed essendo in 4 decidemmo di cominciare a buttare giù qualche pezzo. Col passare del tempo, visto che con i Time non riuscivamo più a vederci, decidemmo di dare vita ai Frattura.
Gippy: Il vostro suono affonda in maniera inequivocabile le sue radici nella vecchia suola punk italiana degli anni’80, nota per avere generalmente due filoni per quanto riguarda la composizione testi. Il primo li preferisce crudi ed espliciti, mentre il secondo opta per un approccio più introspettivo e a tratti decisamente ermetico. I testi dei FRATTURA oscillano molto tra un filone e l’altro. Chi li scrive ha preferenze in merito? (In breve: Wretched o Indigesti?)
Maurizio: I testi delle canzoni, per quanto riguarda il nostro primo lavoro, furono frutto un po' della mia testa e un po' di quella di Dax, questi sono una via di mezzo ovvero non sono troppo introspettivi ma nemmeno troppo diretti oserei dire alla Negazione per capirci. Ora con il cambio di formazione io e Degra lavoriamo ai testi assieme e il suo metodo è più alla "Indigesti" ovvero poche parole taglienti ripetute alle quali io aggiungo del mio per condire il tutto e renderlo più appetibile.
Comunque sia e' dura scegliere tra Wretched e Indigesti, anche se direi più i primi.
Gippy: Sempre parlando di testi introspettivi/ermetici. Di cosa parla “Appartenere”?
Maurizio: Appartenere ricordo che la scrissi una sera in preda allo sconforto per via di fatti accaduti a livello personale. Le parole sono rivolte appunto al "senso di appartenenza", che possa esser esso musicale/politico o altro, e quindi a quante volte ci sentiamo comunque vittime di un'etichetta che molto spesso ci imponiamo da soli e dalla quale è difficile uscire e che molto spesso ci isola. Attraverso la crescita personale si può quindi cambiare del tutto o soltanto la prospettiva delle cose.
Testi derivati dalla notte alla fine.
Gippy: Venite dall’ estremo ponente Ligure, ambiente che si distingue da sempre per la sua provincialità diffusa. Che rapporto avete con i vostri luoghi di provenienza? Vi piace viverci o preferireste scappare e magari vivere in zone più “popolate”?|
Andrea(Degra): Io e Adriano veniamo da ventimiglia e siamo molto legati a dove siamo cresciuti, alla fine è qui che ci siamo formati ed è qui che abbiamo i più bei ricordi, stessa cosa Mauri e Dax per Riva Ligure, questa è una cosa che abbiamo in comune e la cosa ci gasa parecchio! Per la questione musicale anche se non è super frequentata come nelle grandi città è comunque una figata, abbiamo Tony Mother Fucker che si fa in due per organizzare serate e portare più gruppi possibili ad Imperia. Personalmente ho bazzicato per un bel pò a Milano ed è stato molto figo perché ho imparato molto da quell'esperienza, ma non mi sono mai sentito a casa.  Alla fine Viviamo in un buco di culo ma molto ganzo!
Gippy: Il vostro disco contiene una cover di Tutto deve Crollare, dei mitici 102 TRUFFE, gruppo che solo i più incalliti aficionados dell’hardcore ligure ricordano. Il pezzo da addirittura il nome all’album. Come nasce l’idea di questo tributo e come si concilia con il messaggio generale dei FRATTUA?
Dax: L'idea nasce soprattutto dal fare una cover che non sia scontata, un po più ricercata e che si adatti bene a noi. Continuando a scervellarci, è saltata fuori appunto  Tutto deve Crollare, io e Mauri l'abbiamo proposta a Degra e Adri e piano piano è diventata nostra, quasi come fosse un pezzo composto da noi; nonostante sia un pezzo datato, che non appartiene alla nostra generazione comunque ha un messaggio che molto somiglia a quanto da me, Mauri o Degra è stato scritto e, fatta nella nostra rilettura, non stona ma anzi penso che siamo stati in grado di dargli nuova linfa vitale e magari resa la giustizia di cui probabilmente aveva bisogno! Salutiamo i 102 Truffe ovunque essi siano!
Gippy: Tutto deve Crollare è un disco al 100% DIY, uscito grazie alla vostra neonata etichetta/distro MASSIMO DOLORE. Quanto ritenete importante l’autoproduzione (in particolare quella di un disco) in un periodo storico che abbonda di mezzi per promuoversi da soli anche al di là del formato fisico? Pensate che il supporto sia solo una forma di feticismo o credete abbia anche altri pregi? Che rapporto avete con i mezzi “non fisici”(Internet, social network, piattaforme di streaming ecc…) e quale pensate sia il modo più efficace di comunicare in un mondo pesantemente digitalizzato?
Dax: L'autoproduzione, a mio avviso, rimane ancora oggi un mezzo potentissimo e di forte  impatto politico e personale, perché ti da modo di fare una cosa decidendo in prima  persona senza ausilio di persone che vogliano speculare sui sogni altrui. MASSIMO DOLORE è nata appunto per mettersi finalmente in gioco, dopo tanti anni  di pensieri parole, posso dire soltanto che spero non vada in fumo troppo in fretta! Ovviamente, oggi il supporto fisico è più considerato dagli appassionati e/o addetti al settore rispetto a molti anni fa in cui era molto più diffuso tra la gente comune, però ritengo che sia comunque qualcosa da non perdere, perché dei file su pc sono molto più dispersivi di prendersi il proprio tempo e ascoltare il cd o il vinile mentre si leggono i testi ad esempio. Noi 4 usiamo, chi più chi meno, i vari social che ci sono e chiaramente una mano la danno, un minimo di visibilità riesce ad esserci  e molta gente viene raggiunta; ci si contatta molto più in fretta e quando si vuole ma questo può essere uno svantaggio perché magari si prendono alla leggera  determinate parole o comunque i rapporti risultano più blandi.
Gippy: Piani per il futuro?
Adriano: Per il futuro vogliamo suonare, suonare e ancora suonare. Dobbiamo dire a tutti ciò che pensiamo attraverso i nostri testi e far volare in aria la gente con la nostra musica. Sicuramente uscirà qualcosa di nuovo e di fisico, essendo che l'unico lavoro che abbiamo inciso è con la voce di Dax e non quella di Degra. Ovviamente stiamo pensando anche di uscire dall'Italia, ma chissà se accadrà. Questo è quello che sappiamo, per il resto vedremo strada facendo.
Gippy: Spazio Libera Espressione. Scrivete quello che volete. Saluti, ringraziamenti, insulti a:
FRATTURA: Approfittiamo di questo spazio libero per salutare le nostre bestie e i nostri amici che ci supportano. Un grazie enorme va al caro Gippy qui presente che con la sua Lanterna Pirata illumina i navigatori dell'undergound italiano e non, daghe! Ai mitici Punkina e Tony M.F. che, tramite il Soundtown, riescono a dar voce a svariate generazioni, le quali trovano un mezzo per esprimere la loro voracità di vita. Saluti a tutti i local heroes che alimentano il ponente e a coloro che pensano debbano essere salutati. (Nuzzi ti amiamo) Ci teniamo a ricordare a chi legge che con piccoli gesti si può davvero cambiare questo mondo, tramite piccole azioni quotidiane e che tutti siamo partecipi di ciò che ci circonda quindi resistere e a testa alta.
Salvini merda!!! Pontida brucia e "Milano suca"!

FRATTURA:
Ascolta Tutto deve Crollare:
Scrivi ai FRATTURA:
doloremassimo@libero.it

Intervista: CANINE (Adrien)
L’area francese è sempre nota per sfornare una moltitudine di progetti interessanti in ambito screamo/post- hardcore. Molto attivi sul suolo Europeo negli ultimi anni sono senza dubbio i Canine, che scrivono dei testi in Inglese molto più espliciti, rispetto ai canoni del genere.
Il concerto che era in programma allo Spazio Libero Utopia alla fine è saltata a causa del furgone in panne, ma la chiacchierata che ho fatto con loro telematicamente è stata comunque interessante…

Gippy: Prima di tutto le doverose presentazioni. Chi sono i Canine e cosa fanno nella vita di tutti i giorni sopra e sotto al palco?

Canine: Siamo un piccolo gruppo screamo /post hardcore dell'area intorno a Marsiglia in Francia. Veniamo dalle campagne, dove ci siamo incontrati tutti e abbiamo fondato il gruppo quattro anni fa. Tom suona il basso e si gode il suo tempo libero prima di dovere tornare al lavoro, JB suona la chitarra e è un ingegnere meccanico. Yann suona la batteria e guida i furgoni dei gruppi che vanno in tour quando non è impegnato a costruire amplificatori da chitarra e basso o pedaliere. Tutti loro fanno i cori. Suonavano tutti e tre in un gruppo prima di chiedere a me, Adrien, di unirsi a loro come cantante. Avevano già due canzoni (una delle quali è diventata Let's dance (Kill the alpha) del nostro primo EP) e presto ne abbiamo scritte delle altre. Io canto e scrivo i testi e quando non faccio questo serigrafo il merrchandising per i gruppi. Da quando abbiamo iniziato abbiamo fatto uscire 2 EP e stiamo per partire per il nostro terzo tour europeo. Ci siamo incontrati tutti in un paesino: La Fare-les-Oliviers, dove non c'era nulla se non un centro giovanile. È proprio li che proviamo e dove ho visto i miei primi concerti punk. Anche il primo gruppo punk che ho mai visto in vita mia provava in quello spazio. Organizzavamo tutti concerti a Marsiglia e nel nostro paesino di provenienza. Proviamo tutt'ora li quasi ogni i sabato pomeriggio, anche se nessuno di noi vive più in zona.

Gippy: La prima cosa che salta subito all'occhio/all'orecchio ascoltando la vostra musica è quanto siano espliciti i testi. Affrontano un sacco di argomenti politici e sociali in maniera molto diretta. Lo trovo un fatto piuttosto eccezionale, siccome molti gruppi post-hardcore/screamo tendono a scrivere testi più introspettivi e quindi di più difficile interpretazione per un ascoltatore esterno. Quanto è importante per i Canine focalizzarsi su una "prospettiva collettiva", piuttosto che su una "individualista" quando scrivete i testi? Parlate del processo compositivo di una canzone dei Canine in generale.

Canine: Di base gli altri creano la musica, sulla quale io poi esprimo una mia opinione. Successivamente scrivo i testi su quella musica e gli altri mi danno un parere a riguardo. Quindi decido io quale sarà il "nostro" messaggio. Siccome li conosco non scriverei mai cose sulla quali non sarebbero d'accordo e sotto a questo aspetto si fidano di me.
I testi sono sempre stati cruciali per me. Non sono cresciuto in una grande città con una grande scena, collettivi anarchici o cose del genere. Ho iniziato a interessarmi di politica attraverso il punk rock, grazie a band un po' più commerciali, come gli Anti-Flag o i Rise Against. Non è mia intenzione fare la predica a nessuno, ma mi pare logico utilizzare la mia voce in questa maniera. Se riesco a raggiungere almeno una persona con i testi, allora lo considero una vittoria per tutti. Sto sempre molto vicino al pubblico mentre suoniamo, guardando tutti negli occhi e quindi penso che risulterebbe un po' strano se cantassi di argomenti intimi in una situazione del genere...
Vogliamo tutti che i Canine siano un gruppo positivo. Scrivo di esperienze che ho avuto in prima persona o di cose a cui ho assistito e cerco di renderle qualcosa di più grande, con cui la gente possa relazionarsi. Nei testi c'è sempre un "noi" e un "voi" contro un "loro", un male a cui opposri e penso che le persona possano identificarsi con questo, perché se vieni a un nostro concerto ci sono ottime probabilità che tu sia interessato/a al DIY e alla politica e che tu soffra e sia oppresso dalle stesse cose di cui noi cantiamo. Penso anche che tutte queste cose si possano superare/vincere attraverso l'unione e il mutuo appoggio. Ecco perché voglio che i miei testi siano molto espliciti: cosi le persone li possono comprendere e non hanno bisogno di tante interpretazioni. Scelgo con molta attenzione le mie parole, anche se non sono in rima. Anche gran parte dei testi dell'ultimo disco li ho scritti senza ascoltare la musica!

Gippy: Un argomento spesso affrontato nei testi dei Canine è la ricerca di una società che sia radicata nei valori del mutuo appoggio e nel rispetto reciproco e la conseguente delusione nel notare che di fatto non viviamo in una società del genere. Nel corso degli anni è cresciuta la mia disillusione nei confronti dei quello che potremmo chiamare "scena punk italiana" in generale.  La percepisco come eccessivamente polarizzata e autoreferenziale. Sembra esserci poca differenza tra le persone che considerano il punk (o la sua estetica) solo come un ennesimo aspetto della "cultura dello sballo" e quelle "radicali e militanti", che spesso comportano in maniera arrogante o presuntuosa e finiscono per non riuscire a comunicare con quello che le circonda e quindi a ottenere una qualsiasi forma di cambiamento significativo per le proprie vite quotidiane. Per farla breve: A che livello la "scena punk" è un terreno fertile per il propagarsi di idee libertarie e in che modi può essergli invece dannosa? Come e in che misura questi ideali dovrebbero adattarsi/cambiare quando si cresce e si realizza che la sopravvivenza nella società occidentale implica dei compromessi?

Canine: In linea teorica la scena punk DIY è un qualcosa di grandioso. È piena di persone che vogliono cambiare le cose e avere un impatto sulla società e penso ci riescano davvero.
Ovviamente dobbiamo sempre avere a che fare coi soldi, che sono un problema grosso, ma ci sono molti modi per gestire la situazione. Il "Punk" è solo un pretesto per unire e socializzare, e può e deve essere accettabile il presentarsi a un concerto anche senza soldi. Certo ci saranno alcune persone che se ne approfitteranno e provano a fregarti, ma è una conseguenza del provare ad aprirsi alla gente. È cosi che si ottiene una scena varia e non si rimane intrappolati con le stesse cinquanta persone tutto l'anno. Penso che una scena inizi a essere dannosa per se stessa quando ragiona in maniera troppo rigida sui soldi e si rifiuta invece di prendere posizioni nette nei confrotni del sessismo, o dell' homotransfobia... Nel posto dove faccio il volontario abbiamo cacciato gli ultimi "macho moshers" da un paio d'anni e da allora nel nostro spazio si vedono molte più donne, gente queer e di colore. E' diventato un posto molto più umanamente variegato da quando ci siamo liberati dai pochi che si appropriavano degli spazi in maniera violenta. Certo, non sarà perfetto, ma stiamo muovendo dei passi nella giusta direzione.
Ho imparato molte cose sull'aprirmi da quando sono arrivato a Marsiglia cinque anni fa. È una città di porto e di migranti, oltre a essere la città meno cara sulla parte Francese del Mar Mediterraneo. Prima di approdare qua avevo vissuto tutta la vita in città piene di ricchi bianchi e razzisti. Poi sono arrivato qui... E c'era una scena punk. Con ogni anno che passa sento di avvicinarmi maggiormente al mio ideale. Sebbene so che sia solo un ideale e non la realtà non vuol dire che io debba adattarlo q auqlacosa. Sulla "sopravvivenza" nella società occidentale non ti saprei dire...Essendo che ho accesso a tutto quello che voglio è abbastanza facile. Non parlerei tanto di "sopravvivenza" riferito alla mia vita o a quella degli altri Canine. Penso che incontrare ragazzi che hanno passato metà della loro vita scappando da guerre e altri orrori per essere poi trattati di merda qui mi ha reso più umile. Penso che il mio ideale sia la possibilità da parte di tutti di avere accesso a tutto ciò che ho io.

Gippy: Anche il sessismo e le questioni di genere sono un argomento frequente nei vostri testi. Mi ha sempre dolorosamente colpito il fatto che le scene punkhardcore e più in generale gli spazi politici quasi ovunque siano ancora frequentati prevalentemente da maschi, nonostante sostengano di avere le proprie radici in idee di “progresso” e antisessiste. Siete d'accordo? Se lo siete perché pensate sia cosi? In che misura il femminismo, specialmente nelle sue incarnazioni più separatiste aiuta/ostacola la situazione attuale?

Canine: È tutt'oggi più facile per i ragazzi avere accesso a strumenti quando si è più giovani e sicuramente sono anche più incoraggiati a salire su un palco. In sostanza sui palchi si vedono per lo più maschi e bianchi, il che non è esattamente un buon punto di partenza per una scena che tenta di trovare la sua ricchezza nella diversità. Ma non bisogna per forza vederla cosi negativamente. Si può anche essere un gruppo composto da soli maschi e non comportarsi come lo stronzo machista medio (è sorprendente, lo so!)... Il problema in materia deriva sempre dai maschi, naturalmente. Non vedo cosi tanti uomini riflettere sui propri atteggiamenti problematici e ne vedo ancora meno fare notare ai propri amici maschi quando si comportano male e meno ancora ne vedo ascoltare quando invece glie lo si fa notare. Sono i primi a parlare di "uguaglianza" appena si tolgono la maglietta, ma alla fine vogliono essere loro a prendere ogni decisione. Ci sono molti modi di privare qualcuno del proprio spazio. Non ho nessun caso esemplare da citare di volte in cui il femminismo ha avuto conseguenze negative. Non ci può essere anarchismo senza lotta al patriarcato. I mezzi per farlo ci sono tutti, ma sta ai maschi prenderne atto e utilizzarli, invece di chiedere spiegazioni alle/ai femministe/i. Questo sarebbe già un grande cambiamento!

Gippy: Trovo che il francese sia una lingua particolarmente adatta alla musica che suonate. Perché invece avete scelto di cantare in Inglese? E' stata una scelta conscia?

Canine: Nel mio primo gruppo cantavo in francese. Era orribile. Quando ho iniziato a suonare col mio secondo volevo cambiare il mio modo di cantare sotto ogni aspetto e cosi ho iniziato a cantare in Inglese. Da allora è sempre stato cosi. La trovo una lingua più diretta e precisa. Inoltre, essendo che stiamo partendo per il nostro terzo tour europeo e vorrei che la gente capisse i testi cantare in francese sarebbe una pessima scelta... Comunque ho scritto anche delle spiegazioni in francese nell'inserto del nostro EP, in maniera che chi parla solo il francese possa comunque comprenderne le tematiche. Quando suoniamo in Francia passo del tempo a spiegare di cosa parlano i testi. Quindi direi che più che una cosa conscia si tratta di una scelta dettata dalla convenienza. Inizialmente avevo preso in considerazione di cantare in francese, ma non sono riuscito a scrivere nulla che trovassi soddisfacente. Mi capita di tradurre i miei testi quando canto in sala prove, ma suona sempre malissimo!

Gippy: State per partire per un altro tour Europeo. Che aspettative avete e quali posti vi interessano particolarmente? Siete mai stati in Italia prima d'ora?

Canine: Sono davvero febbricitante per tutta la faccenda del tour, perché lo stiamo preparando da sei mesi. Ma sono particolarmente curioso di andare in Romania, Grecia e Macedonia, perché non sono mai stato in nessuno di questi paesi. Vale la stessa cosa per gli altri e voglio proprio vedere come se la passeranno. Ho fatto un paio di tour nei Balcani prima di questo e sono stati tutti grandiosi. C'erano molti pubblici diversi, dai più matti ai più tranquilli, ma tutti generalmente molto attenti. Sul palco dicevo spesso per scherzare che ho dovuto guidare 2000 km per fare in modo che le persone mi ascoltassero quando parlavo.
Non ho aspettative se non quelle di rincontrare vecchi amici e conoscerne di nuovi, fare dei bei concerti e scoprire nuovi posti fichi e interessanti, il tutto con alcuni dei miei migliori amici. Quindi si, ho un sacco di aspettative. Inoltre spero di non passare troppo tempo alle dogane e che ci facciano passare senza problemi da un paese all'altro.
Abbiamo suonato in Italia una sola volta per ora, nell'ultimo concerto del nostro tour precedente, un anno fa. Suonammo a Villa Vegan a Milano assieme a cinque o sei altri gruppi molto fichi. Diciamo sempre che l'Italia è la nostra bestia nera perché tutto quello che abbiamo provato a fare li negli ultimi 8-10 anni non è mai andato in porto. Ma con ogni tour che passa le prospettive migliorano e l'Italia inizia a essere qualcosa di più di un semplice corridoio di autostrade per andare in Slovenia!

Gippy: Ho finito, ragazzi! L'ultima "domanda" è sempre uno spazio libero. Scrivete quello che volete. Saluti, insulti e quant'altro!

Canine: Grazie per il tuo interesse e per esserti preso il tempo di fare delle domande che non fossero le solite generiche. È stata la mia prima intervista coi Canine e è stato un piacere risponderti. Ci vediamo in giro. In bocca al lupo!





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Intervista: Valentino Disadattack Zine/xCenerex, Tsubo
Eccovi il risultato della mia chiaccherata telematica col buon Vale, che da un po' di tempo a questa parte sforna la ottima Disadattack Fanzine e semina il terrore sonoro nei xCenerex e negli Tsubo
Partiamo con la domanda d’apertura più scontata. Quella delle presentazioni. Chi è Valentino, come se la passa e cos’è Disadattackzine?  
Sono un  trentunenne dalla caotica esistenza a Roma,canto con gli Tsubo , xCenerex e Laszlo Toth.Da febbraio 2015 faccio una fanzine  diy cartacea disprofessionale chiamata Disadattack.Finora sono usciti due numeri,uno di 88 pagine ed uno di 116,tutte in bianco e nero ,scritte a mano e realizzate con collage.I contenuti sono vari,interviste a gruppi,recensioni,reportage da scene e tour,articoli sulla scena,lotta,antispecismo ecc il tutto affrontato con un atteggiamento informale e spontaneo,da un momento all'altro si puo passare dalla demenzialità alla rabbia determinata.fanzine,radice della parola “fan”,questo è il mio regalo alla scena hardcore che tutto mi ha dato;indubbiamente nella realizzazione c'è anche tanto piacere nel fare collage e misurarmi ogni giorno con una pagina vuota,ma di base c'è una voglia come di sdebitarmi nei confronti della nostra comunità locale e globale e di dare il mio contributo alla costruzione di una scena positiva che non viva di sterili manierismi musicali,ma che sia permeabile bidirezionalmente alla resistenza al sistema.
Una cosa che mi ha particolarmente colpito di Disadattack(oltre al nome eloquente ;-) ) è il taglio ostinatamente vecchia scuola che hai deciso di dargli, con i collage e tutti i testi fatti a mano. C’è un motivo particolare(a parte quelli più o meno listati negli articoli all’inizio) per il quale hai scelto questo metodo e di fare uscire il primo numero in due parti? Ti sei ispirato ad altre fanze in particolare? Se si quali?
 Adoro le grafiche grezze, e non mi sento ne un artista ne un filosofo.ho un passato da writer e nutro una grande passione per ogni genere di graffito,comprese le scritte deliranti col pennarello nei muri piu inutili!se a questo aggiungi l'amore per l'estetica punk capisci qual'è il mio approccio alla fanzine.Devo dire che la realizzo senza troppo pensare al metodo,gli stessi collage li faccio con ritagli che mi capitano a tiro!ahah fonti di ispirazioni ne ho tante,tutte le fanze italiane anni 80 come Tvor,Trippashake,Rumore,Up your ass che sono il mio vero monito,poi quelle straniere come Touch and Go,Innocence regained,distance ma anche zine di writing come Bloodwars,Bomber,Graphotism e chi piu ne ha piu ne metta! 
Uno dei punti cardine di Disadattack sono i suoi contenuti legati alla filosofia di vita straight edge, al veganismo e all’antispecismo. Quando e come ti sei avvicinato per la prima volta a queste tematiche nella tua vita? C’è un episodio in particolare che è stato determinante nell’attuare la scelta di non mangiare carne e derivati di origine animale, di non bere alcolici ecc…?  
Ho toccato Veganesimo e sXe in momenti diversi nella mia vita.Il primo incontro con lo sXe è stato tutt'altro che positivo,era il 2000 e ebbi modo di conoscere personalmente alcuni straightedge romani e non che suonavano in gruppi di punta dell'epoca ,(parlo di hc-metalcore)e ne ebbi una pessima impressione,fanatici e modaioli,come spugne per il peggio che l'hc potrebbe trasmettere!con lo sciamare di quella scena mi sono avvicinato progressivamente ad un altro modo di intendere l'edge,innanzitutto approfondendo la mia conoscenza,partendo dai fottuti Minor Threat passando per le diverse ondate di band successive e altrettanto formidabili come YOT ,Infest,Larm e tantissimi altri,eggendo i loro testi o libri sull'argomento mi sono via via sentito sempre piu vicino a questa corrente fino a decidere di farla mia,stando molto attento ad autoetichettarmi ed assumere comportamenti stereotipati.Ci ho visto qualcosa di straordinario ed ho sentito che era il caso di elevarlo e portarlo nuovamente nella scena ,nonostante i nostri pessimi predecessori criptofascisti.Il veganesimo l'ho abbracciato leggendo libri antispecisti.Ho trovato l'antispecismo come un nuovo campo di applicazione del pensiero libertario ,una specie di dimensione parallela che parallela non è ,per me non c'è anarchismo senza antispecismo.Per farla breve non mi sono svegliato una mattina dicendo oggi divento veganedge,mi ci sono ritrovato e uso queste etichette con le pinze e per  semplificare con chi non lo sa,fino a che punto arriva il mio boicottaggio del sistema e la sua merda.Il rischio è assumere atteggiamenti dettati dall'etichetta stessa ,rientrare in elite ecc Penso che il mio percorso sia speculare e contrario a quello del cantante degli Strife (non è un delirio di grandezza ahah),lui si è allontanato dallo sXe perche ha da ridire su come sono gli edge in genere,io mi si cono avvicinato perche mi importa un cazzo di come sono gli altri sXe,,l'ho fatto con la sensazione di colmare un vuoto e quindi con la possibilità di fare tutto a modo mio al 100%..momenti chiave per me sono stati il leggere testi di gruppi sXe come minor threat uniform choice infest earth crisis e leggere libri come Biologia come Ideologia di Lewontin e Margini dei diritti animali di Filippi e naturalmente Sober Living for the revolution di Gabriel Kuhn.
Il veganismo sembra godere negli ultimi tempi di particolare popolarità massmediatica e di maggiore diffusione/accetazione su scala globale(almeno questa è la mia impressione). A cosa pensi sia dovuta questa popolarità e qual è la tua opinione a riguardo? Al di là del discorso sulla superficializzazione(per me praticamente sinonimo di massificazione) e sul degradare la scelta di vita vegan a hobby salutista pensi che questo “momento moda” abbia anche dei lati positivi sul fronte della sensibilizzazione a determinati temi? 
Si mangia meno carne , ma se le nostre azioni o in questo caso un'astensione dal consumo,sono svuotate di significato ,compierle forse ha un altro senso.Che il veganismo sia piu popolare e si mangi meno carne lo vedo positivo ,ma resta una conquista da consumatori,non ci vedo niente di buono nei nuovi cittadini modello “vegan”,una volta ho sentito in tv la frase”cambiare il mondo con il portafogli”,non ho nulla in comune con chi è capace di partorire cagate del genere.La massa è videocomandata con sempre maggior efficienza.Non credo sia un caso che il veganismo banalizzato, svuotato dei suoi contenuti piu importanti e critici verso il sistema,sia di moda nel momento in cui il capitalismo sta attraversando un secondo rinnovamento ,dopo quello dell'esplosione del settore terziario negli anni 80,quello del capitalismo “green” ,dell'avvento del capitale umano e della digitalizzazione della moneta.Il sistema pare sia avvantaggiato e sempre un passo avanti grazie all'automatica rincorsa globale del profitto ed alla sua capacità di nullificare ogni tendenza critica attraverso la superficializzazione e mercificazione.Ecco quindi la creazione di un nuovo mercato bio,di nuovo i soggetti sono forzati ad identificarsi con i prodotti,il sedizioso convertito a consumatore. Il marketing sfrutta due grosse tendenze: quella della vendita di merce medicalizzata,cui nessuno puo dire di no (principio della pubblicità ingannevole)e quella piu generale di un cittadino perfetto che vuole ripulirsi la coscienza ben sapendo che il suo stile di vita è tossico per i suoi simili ed il pianeta,un atteggiamento in linea con il rinnovamento del sistema e la sua nuova propaganda.
Riguardo al discorso sulle droghe(legali e non). Quanto reputi pericoloso il dilagante e subdolo morbo del gioco d’azzardo compulsivo e quanto pensi incida sulla società in cui viviamo? Nota: Faccio questa domanda perché qua a Genova è un fenomeno assai diffuso, soprattutto nelle periferie, e trovo sia un argomento di cui si discute relativamente poco nei nostri ambienti. 
Domanda molto interessante,mi piace il tuo accostamento tra gioco d'azzardo e droghe,penso che abbiano molto in comune le due attività.In entrambi i casi gli individui  sviluppano una dipendenza da uno stato  rischioso,le droghe certo agiscono nei modi piu disparatai e solo alcune sfruttano “effetti adrenalinici”che credo siano in ballo endogenamente quando qualcuno rischia scommettendo o giocando.Il fattore comune che noto è la fuga dalla realtà ricercando o sottintendendo la sensazione di essere onnipotenti,ed il il buttarsi via.Il vizio del gioco d'azzardo ha anche un altra caratteristica importante che è il credere  ad una filosofia del caso,in cui è  inutile sforzarsi per ottenere qualcosa ed è piu fruttuoso credere alle probabilità o meglio al miracolo magico,si prega il caso ,si crede alla superstizione anziche prendere in mano la propria vita.La scelta sXe la concepisco in una chiave di rinforzamento personale atttraverso l'abbattimento dell'apatia,della sfiducia negli altri e in noi stessi  e la ricerca di maggiore consapevolezza indipendenza e responsabilità.Non bere non drogarsi e non pensare solo al sesso non le prendo come regolette da catechismo,ma le inquadro in una disciplina individuale rivoluzionaria.Un piccolo inciso:per me non c'è distinzione tra vita dei concerti(passami il termine) e vita quotidiana,se c'è un motivo per cui dico “sono sXe è perche mi sento parte dell'hardcore e ascolto gruppi straight!!!sarà un'ovvietà,ma nn mi piace quando il termine viene usato da gente che non ha niente a che fare con l'hc.
Da qualche tempo vivi in una casa occupata a Roma. Come siete organizzati a livello di movimento per quanto riguarda comunità di squatter, sportelli antisfratto ecc… . Quanto sta risentendo la tua città della continua ondata di sgomberi in tutta la penisola negli ultimi anni? Nota: Faccio questa domanda riferendomi in primis ad occupazioni a scopo prevalentemente abitativo, dato che mediaticamente hanno di rado lo stesso risalto rispetto agli sgomberi di posti di aggregazione più massicci. 
A Roma c'è un crescente movimento di resistenza a sfratti e sgomberi,ma è ancora molta la strada da fare e non poche le insidie,come il chiedere aiuto alle istituzioni e ai media,cosa che non approvo minimamente ma che si ripropone spesso in quest'ambito.La zona della città piu attiva in questo senso è sicuramente Roma Est,dove vivo.Qui si cerca di creare un quartiere resistente.Il problema di una città immensa come Roma è superare l'isolamento dei quartieri limitrofi,che sembrano piccole città a parte autosufficienti.Siamo convinti che la lotta paga e che la solidarietà oltre ad arricchirci umanamente ha un valore strategico immenso!memorabile il corteo della rete antisfratto Roma Est tra i quartieri di Centocelle ed Alessandrino,dove in strada eravamo a migliaia!risultati come questo  e gli stessi rapporti che si tessono tra sfrattandi e compagni sono un chiaro segno che siamo sulla strada giusta per difenderci e creare una socialità opposta ai dettami del dominio.
Soprattutto nel giro degli ultimi anni gli ambienti dell’estrema destra un po’ ovunque paiono essere particolarmente interessati a scimmiottare determinate sottoculture a chiaro stampo antiautoritario, tra cui anche quella del punkhardcore. Fermo restando che il goffo revisionismo d’immagine rientra un po’ da sempre nel loro repertorio di pratiche, e che quindi una mossa del genere sarebbe stata prima o poi  inevitabile, quanto pensi abbia l’influito il qualunquismo, l’appiattimento contenutistico e (last but not least) un atteggiamento eccessivamente settaro/elitario da parte degli hardcore/straight edge kids, a facilitargli questo tipo di lavoro, specie in una città come Roma, incline(almeno nello stereotipo) a certo machismo? 
Premettendo di non essere un ultra esperto di scena romana posso dirti che nella capitale il settarismo,sia esso crust ,sxe e nyhc gli facilita il lavoro si,ma solo a livello teorico,si tratta di cerchie dove in un modo o nell'altro si  avvalorano i punti caratterizzanti il gruppo antropologico autoritario,come un branco con i suoi leader.Ben pochi passano al fascismo propriamente detto,sono soltanto autoritari(leggi teste di cazzo).Nella città di Roma non credo proprio che ci siano stati membri di gruppi hc e/o sXe passati al lato del nemico e diventare apertamente fascisti,ma soltanto settari modaioli e confusi che hanno preso posizioni autoritarie,convinti di detenere la verità assoluta,come gli antiabortisti o animalisti.Ora,non per banalizzare,ma a Roma in ogni ambito si trovano quelli che chiamiamo “coatti”,presuntuosi e arroganti che esclusivizzano il loro giro,sia esso crust metal o gniffe gnaffe eheh  Il tuo discorso lo trovo adeguato a descrivere una situazione generale,quella del passaggio da elitarismo a criptofascismo.Per quanto riguarda l'accostamento sXe fascismo,mi pare che soltanto dei confusi in Russia e all'Est abbiano creato dei gruppi sXe fascisti nelle citta o negli stadi.In tutto il resto del mondo lo sXe si è distinto con scene politicizzate libertarie,come in Sud America ed in Europa .Confrontandomi con amici edge dalla russia comunque,pare che siano pochi e molto deboli,quasi non degni di nota,come gli stessi leoni da tastiera fascioedge sul fb italiano.Ultimamente ho notato che i fascisti italiani parlano di combattere le droghe,si tratta di ridicoli slogan di facciata ,per carità alcuni saranno anche dei sobri irreprensibili,ma movimenti fascisti e mondo della droga sono da sempre dialoganti e compenetranti,un esempio interessante viene dall'operazione Bluemoon dei servizi segreti occidentali(Cia ovviamente prima della lista),volta all'introduzione di eroina nei movimenti rivoluzionari del 68 italiano,in cui i governi si avvalsero di quelli che chiamerei come “soliti”,vale a dire persone provenienti da quel territorio grigio tra polizia,esercito,malavita ed estrema destra;ma come questo chissa quanti altri esempi possiamo fare di sinergia tra criminalità narcotrafficante e fascisti.
Un po’ di tempo Fa siete andati in giro per l’Europa con Nofu, Stanley ipkiss e xCenerex. Impressioni sul tour? Posti, guppi visti? Aneddoti curiosi? Ci sono altre avventure/scampagnate in programma per i prossimi tempi? 
Negli ultimi mesi ci siamo dati una calmata con Nofu e xCenerex.Il tour del maggio 2015 è stato memorabile,ci siamo divertiti tantissimo ed è stata un'esperienza straordinaria,difficile da descrivere.Ci siamo confrontati con molte e diverse realtà!ricordo a Singen il posto occupato dove il Macca ha lasciato delle dediche col pennarello proprio per te Gippy,poi siamo andati giu di spray su quei muri e sarebbe bello andare a rivedere quel posto ed i suoi abitanti,con i quali ci siamo trattenuti ridendo suonando e cantando.tanti momenti memorabili,come la taz illegale a Brno in cui abbiamo suonato sotto un ponte e qualche bastardo mi ha rubato il sacco a pelo ahhah  oppure il concerto delirante a Stettino in Polonia,una cosa indescrivibile,tutta la serata è stata una specie di jam,lì cominciammo a suonare xCenerex e Stanley_Ipkiss contemporaneamente con due batterie,suonando uno alla volta!!fu incredibile e lo ripetemmo in altre occasioni come al Molino.Non vedo l'ora di ripartire!!
Siamo arrivati in fondo! Saluti, ringraziamenti e quant’altro a: 
Un ringraziamento a te Gippy che hai voluto dedicarmi questo spazio e che mi hai fatto bellissime domande!!saluto tutti quelli che hanno letto fino a questo punto,un ringraziamento particolare a Betty per i suoi fondamentali contributi nell'impaginazione di D.A.Z ,nel disegnare le copertine del 7” dei xCenerex e realizzare proiezioni per i live degli Tsubo.Ringrazio tutti gli sXe di Roma,ci vediamo sul TgR con la nostra gang dei tatuati in faccia e le nostre vittime!oi))))))))



Intervista Doppia: PORROZINE VS. TUTTI PAZZI



Ecco  un’ intervista doppia che volevo fare da tempo. Dario “Porro” Ursino e la sua Porrozine Vs. Roby Saccone e Tutti Pazzi. Generazioni a confronto. “Scontro” fra titani…

Partiamo nel modo più classico di tutti. Presentate ognuno la vostra fanza, quale è stata la loro evoluzione"(se c'è stata) durante gli anni e cosa vi spinge a continuare ancora oggi?
Porro: Porrozine è una fanzine cartacea che esce ogni paio di anni, dal 1992. Tutte le volte è una festa per i seguaci ed uno sbattone incredibile per me dato che la tiro su da solo, a parte qualche rara incursione di amici e conoscenti in un paio di numeri passati. Evoluzione zero, tranne per la veste grafica (dalle fotocopie alla stampa prufesciunal) e la tiratura (da un minimo di 100 ad un massimo di 1200 pezzi). La continuo a scrivere perchè in un modo o nell'altro, ogni tot, quando prende bene, mi aiuta ad evadere dalla routine quotidiana. Dire che la faccio per supportare i gruppi e tutte 'ste cose, sarebbe una cazzata colossale, dato che le fanzine ADESSO non servono assolutamente a niente, se non per sollazzare qualche nostalgico materialista durante un paio di cacate mattutine.


Roby: Ciao a tutte/i,io sono Roberto e dal 1986 mi autoproduco una fanzine cartacea che si chiama TUTTI PAZZI. Ora siamo nel 2014 e continuo imperterrito a pubblicarla, senza nessuna scadenza, diciamo che quando ho un po’ di materiale, un po’ di tempo libero e soprattutto un po’ di voglia, continuo a farla. Sin' ora ne sono usciti 18 numeri, tutti scritti in italiano ad eccezione di un numero(non ricordo quale),scritto totalmente in inglese.
La fanzine è sempre uscita su carta in quanto adoro questo formato ed in quanto, come mio carattere personale, non voglio andare incontro ai  miei ideali e alle mie tradizioni(???),voglio dire, io ho conosciuto le prime fanzines che erano su carta e per me le fanzines devono ESSERE su carta. Stop!
L'idea di fare una fanzine è nata esclusivamente per una passione, subito ci fu un colpo di fulmine per la musica(sia in campo metal che HC/PUNK),poi decisi che dovevo fare qualcosa per esserne immerso totalmente...provai a suonare ma con scarsissimi risultati; conobbi le fanzines e ne fui attratto totalmente, quella era una cosa che potevo fare con le mie mani, senza aiuti, senza pressioni esterne...poi potevo scatenare la mia voglia di scrivere, era mia intenzione di creare un giornaletto cosi come l'avrei voluto leggerlo io, con quella impaginazione, con quelle interviste, con quelle recensioni...visto che le poche fanzines che avevo letto non mi soddisfacevano molto, pensai, perchè non provarci???
Inizialmente coinvolsi alcuni miei amici, in pochi giorni facemmo una fanzine totalmente scritta a mano chiamata SHRAPNEL, in onore ad una thrash band savonese che portava tale nome...ne vendemmo poche copie un sabato pomeriggio in centro a Savona...il risultato non mi soddisfò pienamente, si poteva fare di meglio....dopo poco tempo nacque il nome TUTTI PAZZI per onorare i grandissimi NEGAZIONE e poi, diciamocela francamente, il nome era azzeccatissimo per i generi a cui si affacciava la fanzine.
Ai tempi, era il 1985,su un numero di H/M(vecchio giornale dedito al metal) vi era uno spazio dedicato all'underground, scelsi un indirizzo a caso...contattai gli ASTAROTH di Roma, dicendogli che volevo fare una fanzine...mi spedirono il loro demo...allorchè pensai “ma allora funziona cosi!!!!"...il resto è storia...
Come dicevo prima, ora nel 2014,io continuo a fare la mia fanzine fotocopiata, solamente per un motivo...la mia passione per la musica, nient'altro da aggiungere !

Con le vostre fanzine avete entrambi iniziato a scrivere, seppur in periodi diversi, quando il circuito delle autoproduzioni era in maniera praticamente indissolubile legata al cartaceo. Come avete vissuto l'avvento di internet prima e del web 2.0 poi? Ci sono aspetti delle vostre esistenze da fanzinari prima del www che in qualche modo "rimpiangete"? Come pensate che i passi da gigante fatti dai mezzi di comunicazione si ripercuotano sulle nuove generazioni?
Porro: Rimpiango ogni singolo giorno del pre-www! Ma solo perchè mi manca quel fomento pazzesco che avevo e che avevano quelli con cui ero in contatto, che si trattasse del gruppo punk rock cazzone alla Queers, della band ultramilitante, del veganwarrior sXe spaccapalle o del clone di Burzum. Si parla tanto degli anni '80, io non li ho vissuti certi giri in quel periodo e per me sono stati gli anni '90 "gli anni d'oro" con il botto di occupazioni, gruppi, etichette, manifestazioni, fanzine, incontri, conoscenti e amici sparsi ovunque per l'Italia. Le fanzine erano fondamentali perchè col cazzo che potevi avere notizie di ciò che succedeva in ambito hc/metal/diy dall'altro lato della nazione, appena sveglio la mattina, con un click:  fanzine, flyer, locandine, newsletter (di carta ovviamente) erano parte vitale del movimento. Comunque sono io ad essermi ammosciato, non il giro DIY. Di come usano internet le nuove generazioni non me ne frega niente, io mi sfondo di ebay e telefilm in streaming dalla mattina alla sera!

Roby: Beh, devo ammettere che con l'avvento di Internet, le fanzine cartacee si sono piano piano dissolte, in compenso sono nate molte webzines...alcune(forse poche) veramente ottime, altre(tante)vengono fatte giusto per smanettare un po’ davanti al pc e niente di più
Io rimpiango molto i "tempi passati", mica per niente continuo a fare la fanzine su carta, all'epoca era tutto più vero, più sentito, più sincero...ora sono del parere che con l'avvento di Internet c'è una pigrizia dilagante, basta un click per trovare subito un gruppo sconosciuto anche dall'altra parte del mondo. Chi ha vissuto come me l'era pre-Internet sa benissimo quanto era difficile trovare qualcosa, sia di musicale sia di cartaceo, riuscire a trovare un gruppo significava sbattimenti inauditi, il riuscire ad ottenere qualcosa era veramente voluto, sudato, ottenuto!!!Una delle cose che mi mancano assai, era lo svegliarsi al mattino ed attendere con ansia l'arrivo del postino, perché tutti i giorni, e sottolineo tutti i giorni, arrivava qualcosa, dai vinili ai demos su cassetta alle fanzines...ora certamente la comunicazione si è fatta più veloce, il riuscire a scaricare musica è una cosa bellissima ma lo trovo tutto molto freddo, algido...


Descrivete il vostro primissimo approccio con l'universo del punkhardcore e delle autoproduzioni. Grazie a quali persone/situazioni/dischi/chi più ne ha più ne metta vi siete avvicinati per la prima volta al circuito delle autogestioni(sono graditi aneddoti se ce ne sono) e quando è maturato per la prima volta in voi il pensiero/l'esigenza di contribuirvi/esprimervi al suo interno tramite una fanzine cartacea.
Porro: Fra la fine degli anni '80 ed i primi '90 avere lo zaino Invicta a scuola era la norma, ed erano tutti molto simili fra loro... uno giorno, per sbaglio, un amico ficcò una cassetta degli Iron Maiden nel mio zaino piuttosto che nel suo: da allora il mondo prese una piega diversa. Nel giro di un paio di mesi iniziai a frequentare il posto occupato della mia città poichè era l'unico spazio in cui si suonava robaccia metal, presi i primi schiaffoni da mia madre perchè a 12/13 anni non era mica tanto normale tornare a casa alle 5 del mattino e da lì partì il tutto. Ma vorrei vedere voi starvene davanti al Commodore64 e/o all'Amiga500 a giocare ai pur sempre grandiosi Monkey Island, Kick Off, Giana Sisters, Wonder Boy, The Newzeland Story, Zak McKracken, ecc... quando a 2 passi da casa strimpellavano regolarmente gruppi del calibro di Korzus (uno dei chitarristi della band suonò dal vivo con i Sepultura nei primi tour brasiliani e quando mi mostrò le foto quasi mi misi a piangere), nonchè Antenati, Jester Beast, Sovversione, Sinoath, Church of Violence, Kali Yuga, Agent86. Nei rispettivi banchetti erano sempre presenti 'ste cazzo di "riviste" fotocopiate male e rilegate peggio e dato che DOVEVO far parte di questo circuito, ma suonare (il basso in un gruppo death metal) mi riusciva uno schifo, iniziai a scrivere... ecco Porrozine. In definitiva, senza lo zaino Invicta e gli Iron Maiden probabilmente adesso sarei in discoteca con i boxer Dolce&Gabbana a sfondarmi di pasticche...

Roby: Come mi sono approcciato al mondo punk/hardcore? Semplice, andando a vedere un concerto punk/hardcore!!! Un mio carissimo amico mi invitò una sera in un centro sociale di Alessandria, tale Subbuglio(vecchia sede), per andare a vedere i CRASH BOX ed i MAZE entrambi di Milano, era il 1982 forse ed io non sapevo nulla né di centri sociali nè di punk/hardcore. Rimasi estasiato dall'atmosfera all'interno del locale, tutto molto tranquillo e pacifico, nonostante i loschi figuri che si aggiravano e le creste multicolori intorno a noi...iniziò una vera bolgia con il concerto ed io mi divertii moltissimo...poi a fine serata mi fermai al solito banchetto delle distros ed iniziai a sfogliare le fanzines(anch'esse a me sconosciute),rimasi folgorato da questi fogli fotocopiati ma di un estremo fascino, tutti quei loghi, tutte quelle interviste...il mattino seguente svegliandomi a casa mia, avevo ancora dentro di me quell'atmosfera che avevo respirato la sera prima(e non sto parlando dei vari cannoni che giravano) e cosi decisi che anche io volevo far parte di quel mondo che tanto mi attraeva...

In quale situazione vi siete trovati per la prima volta a leggere uno la fanzine dell'altro(parto dal presupposto che sia successo almeno una volta nella vita ;) ). Qual’ è stato il primo pensiero aprendo un numero di Tutti Pazzi per Porro e viceversa aprendo un numero di Porrozine per Roby?
Porro: Non me lo ricordo! Anni fa era normalissimo acquistare/scambiare le fanzine durante i concerti o per corrispondenza, ce n' erano tantissime e le trovavi regolarmente, come adesso si trovano regolarmente le toppette, le spillette, gli adesivi e le magliette nei banchetti dei gruppi... o anche i cd e i dischi se sei fortunato (sarcasmo). Probabilmente la presi durante qualche concerto. Era il numero con Fichissimi, This Side Up, ecc... ecc... mi piacque subito perchè metal, hardcore e roba più impegnata si alternavano con naturalezza, mentre di solito o leggevi le fanzine totalmente metal o quelle totalmente punk/hc.

Roby: non ricordo esattamente quando lessi per la prima volta la mitica PORRO(son passati molti anni) e come tutte le altre fanzines mi piaceva,mi piaceva anche il sarcasmo che il buon Dario buttava qua e l‡ tra le righe...devo ammettere che io e Dario forse siamo tra i pochi superstiti che dopo tanti anni continuiamo a fare una fanzine cartacea, Dario ogni numero è sempre più professionale, l'ultimo numero stampato è fighissimo, io invece tendo a rimanere ancorato al concetto di come intendo io una fanzine, ossia fotocopiata ed in bianco e nero...e forse ci accomuna la stessa domanda ."ma dopo tanti anni chi cazzo ce lo fa fare???"

Facendosi un giro sulle varie aste online(tipo ebay per intenderci) ci si imbatte spesso in quello che io definirei(non esattamente con connotazioni positive) "il mercatino dell'antiquariato del punkhardcore". Dischi che  hanno in certi casi raggiunto una certa età senza essere stati magari ristampati troppe volte che vengono proposti su aste online a prezzi a dir poco esorbitanti. Quali sono le vostre impressioni riguardo a certe tendenze ed attività.
Porro: A mio avviso, gli stronzi sono quelli che spendono cifre da capogiro per roba punk/hc. Chi  vende chicche d'epoca, probabilmente in un determinato momento della propria esistenza, si ritrova con le pezze al culo e cerca di svoltare togliendosi dei pezzi di 'core. O semplicemente non gliene frega più niente e sa che esistono i suddetti stronzi pronti a sborsare pure cento/duecento/trecento bombette per certe cose. Personalmente non riuscirei MAI a vendere i miei dischi, anche se ne possiedo alcuni che su ebay vengono “valutati” centinaia di euro... piuttosto mi vendo i mobili di casa. C'è finita anche Porrozine in asta... un vecchio numero con la copertina disegnata da ZeroCalcare che ai tempi era distribuito aggratis, lo vendevano a 8 euro mi pare... poca roba, solo per la copertina avrebbero dovuto chiedere 10 volte tanto...

Roby: io inizio col dire che sono contro il collezionismo, ovvero, sono contro nello spendere una cifra alta per qualsiasi oggetto. Poi ognuno è libero di fare ciò che vuole...fatto sta che alcune bands che anni fa non se le cagava nessuno ora con questa storia delle reunion, del voler tornare ai vecchi tempi si trovano i loro lavori venduti a cifre incredibili...è una cosa che non concepisco. Mai spenderò cifre pazzesche per una tape o un sette pollici o altro...

Classica domanda finale: Spazio "libera espressione" Potete scrivere qua ciò che volete. Saluti, insulti, ringraziamenti ecc...
Porro: Nel momento in cui scrivo, sono ancora disponibili pochissime copie di Porrozine#5 e del #7, nonchè delle superbellissime magliette. Se vi interessano potete scrivere a billymilano@hotmail.it oppure contattarmi tramite la pagina www.facebook.com/porrozineDIY. Non ho voglia né di aprire un blog né di (ri)fare un sito, tantomeno di aggiornare la pagina myspace che da quando ha cambiato grafica non capisco più un cazzo. Nient'altro. Baciazzi a te, a Roberto e a tutti quelli che non perdono ore davanti lo specchio a farsi la cresta o a lisciarsi i capelli: voi non siete dalla mia parte!

Roby: Innanzitutto grazie a te per l'intervista e lo spazio concessoci a me e all'amico Dario, saluto tutti coloro che in questi anni hanno seguito la mia fanzine TUTTI PAZZI e state sempre all'erta perché un numero nuovo è sempre in attesa, quindi non esitate a contattarmi!!!




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